domenica 25 luglio 2010

NON CI SONO CASTE FRA DISPERAZIONI


Dopo il caffè almeno la domenica mattina come prima cosa sfoglio le pagine del mio quotidiano e alla 21 un titolo subito “mi tappa la vena”, mi fa arrabbiare, continuo nel mio sfoglio facendomi una lista mentale di cosa approfondire e di cosa leggere oggi pomeriggio, poi torno a pag21 “il lavoro umiliato e la solitudine di chi viene licenziato”.Ho iniziato a leggere l'articolo con la mente distratta, pensavo al titolo, ma già verso la ventesima riga mi sono ricreduto, Piero Fassino, l'articolo è suo, non smentiva sé stesso, in somma non fa distinguo, mette sullo stesso piano di disperazione il lavoratore e il datore, parla del troppo silenzio su questa situazione e analizza le conseguenze, si disturba anche un luminare in psicologia e gli si chiede il perchè di gesti eclatanti ed estremi come suicidio o omicidio, cui risponde di disagio psicologico che è conseguenza di insicurezza e precariato in tutti i sensi.Analisi sicuramente giusta, ma a mio avviso ce né una meno scientifica: se perdi il lavoro con lui perdi il tuo status di spenditore, perdi da primo la sussistenza della tua famiglia e ciò a sempre scioccato chi ci passava capita dalla notte dei tempi ma ora siamo stati traghettati in una specie di mondo fiction, dove tutto deve essere apparente e soprattutto appariscente, telefonini, auto, tette della sesta misura, palestre vip per addominali a tartaruga ecc, chiaro, non tutto il mondo operaio e imprenditoriale è così, ma questi futili problemi esistono è l'essere visibili, “sensazionali” e se ad un certo punto non puoi più esserlo ti piomba il mondo addosso, riuscirai a sostenerlo?Naturalmente sostenerlo da solo, perché dal primo momento che ti agguantano certi problemi, con il loro acuirsi aumenta la solitudine, quella che ti crei tu alimentata dalla vergogna, dalla sensazione amara del fallimento, quella che ti dimostrano le istituzioni, partendo dalle banche, che volendo essere sinceri anche se il loro lavoro sarebbe quello di fare fruttare i risparmi di chi glie li affida e non quello di macinare utili per la banca sugli stessi, ma è legale e quindi possono farlo (?).Però nulla e nessuno potranno mai più ridarmi fiducia nella politica o meglio nei suoi odierni rappresentanti, che come avvoltoi roteano attorno ai cadaveri che questa crisi e questo mondo anno contribuito a creare. Rudi Toselli

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