domenica 25 novembre 2012

PRIMARIE......

Quasi 4 milioni di donne e uomini hanno ancora una volta dato voce alla democrazia andando alle primarie, lo hanno fatto pur sapendo che appena la politica si reimpossesserà degli scranni governativi bisognerà badare con il "fucile" alle loro azioni.
Il ballottaggio fra Bersani e Renzi era praticamente predetto dai Maya, ma non è detto che siano solo i voti di Vendola a pesare sui piatti, a mio avviso e da quello che ho notato nei seggi da mè visitati, nel Modenese, potrebbero essere decisivi i giovani, si i giovani erano pochi e se capissero quanto vale la loro voce oggi ecco che le primarie, o meglio il suo ballottaggio sarebbe veramente lo specchio di quel poco di sinistra che è rimasto, quella sinistra che vuole emergere, poi dovrebbero anche riflettere sul fatto che se non vai alle urne, poi non devi nemmeno lamentarti di chi ne esce vincitore, anzi questo vale per tutti e per tutte le elezioni.

PRIMARIE

Ore otto e trenta in una delle tante sezioni, la mia, l'affluenza era buona ma sembrava più un reparto di geriatria, il tavolo delle registrazioni ON LINE, praticamente inutilizzato....
Speriamo che la gioventù sfrutti il pomeriggio.
PS. questa mattina Modena senza il quotidiano PUBBLICO: Hanno rapinato il furgone questa notte in autostrada.

sabato 24 novembre 2012



SABBAT

Oggi si ozia ma le aziende chiuse, quelle come la mia costano qualche migliaio di euro comunque. A che pro un azienda o una attività commerciale deve costare anche se non produce? Oltre tutto anche ciò va nel cesto della competitività.

PUNTI DI VISTA


secondo mè stiamo ragionando su due piani diversi, cioè io ragiono dal punto di vista del mio piccolo e dei piccoli come me e invece sindacati e associazioni ragionano solo sulle realtà giganti. Tutte e due importanti ma con problemi totalmente diversi. Ad esempio, le piccole realtà prima mettono in gioco tutto il loro reddito e non solo, quelle grandi invece fanno il contrario (la cronaca docet).
Bisognerebbe imparare a scindere le une dalle altre e provare a mettere sui banchi di scuola non solo l’Edison o la Tim o la Fiat o che ne so io, ma anche la Peppino lo stagnaro e figli oppure Giorgio saldature srl, o anche Gigetto legna secca.
A questo punto secondo me spunta una grossa ignoranza, l’Italia però è su questi che campa e la Camusso anche lei ragiona sui grossi numeri, qui da noi manda fancazzisti che si spacciano per sindacalisti, mai una soluzione, mai una scintilla positiva, sembrano tutti preti appena usciti dal seminario.

giovedì 22 novembre 2012

CREDERE X FARE

Cari
Non ci capisco piu nulla, qui il lavoro sembra finalmente non mancare, naturalmente arriva come fosse un impianto di irrigazione a goccia, ma arriva, come arrivano proposte di affari inperdibili.
Avere qualche (abbastanza) soldo a disposizione ci sarebbe l'imbarazzo della scelta tra capannoni industriali a metà prezzo, macchine operatrici nuove ecc ecc, l'unico ostacolo per quelli come mè che stanno attraversato la crisi prendendo botte da ogni lato, ma sempre in piedi, sono i finanziamenti è la fiducia. Sono arrivato anche a capire la non fiducia perchè vedo quello che vedono i presunti e unici finanziatori, cioè il futuro a singhiozzo, come potersi fidare?
Forse bisognerebbe iniziare ad essere meno tecnici e tornare come negli anni 70, quando i capi officina abbandonavano un posto fisso sicuro, facevano debiti per quattro muri e un tornio e davano il via alle loro attività, il 90% di questi capitani coraggiosi hanno fatto i pilastri dell'Italia che vediamo adesso (la parte sana) queste persone i quegli anni facevano salti nel buio e con loro i finanziatori, oggi che cosa è cambiato, i finanziatori credono di più alla borsa ai derivati, alla finanza creativa?
Anche questo puo essere giusto, ma come diceva il caro Marx: i soldi non vengono dai soldi, ma dal lavoro manifatturiero, la creazione della materia prima al prodotto finito creano danaro, il resto prima o poi rimane solo cartaccia firmata e abbiamo visto come è finita.
Se qualche uomo di finanza mi leggerà mai, gli chiedo solo di pensare a questo mio ragionamento neanche tanto innovativo o rivoluzionario.

    Rudi Toselli

martedì 20 novembre 2012

LA CRISI SPIEGATA AI BIMBI

Ormai non si sente parlare d’altro.


La crisi occupa da mesi le prime pagine dei giornali, i titoli dei tg, e sta condizionando pesantemente la nostra vita di tutti i giorni, con tagli, aumenti delle tasse, proteste e manifestazioni in tutti i paesi del mondo.

Economie Industrializzate.

Ma come è potuto accadere che paesi ricchi come gli stati uniti o quelli dell’europa, si siano trovati in difficoltà? Per parlarne bisogna partire da come sono organizzate le economie dei grandi stati industrializzati. “i sistemi economici sono basati sulle industrie, che producono beni(per esempio le automobili) o servizi come le grandi compagnie telefoniche”. Per funzionare le aziende hanno bisogno di due componenti fondamentali: i capitali (soldi) da investire nelle loro attività e la forza lavoro, cioè le persone che prestano la loro opera nell’azienda stessa.

E qui il cerchio si chiude: le persone ricevono per le loro prestazioni, uno stipendio, grazie al quale possono poi permettersi a loro volta di acquistare i beni e servizi prodotti dalla propria o da altre aziende.

Fin qui è tutto abbastanza semplice: è come quando tu aiuti la nonna a fare la spesa, lei ti da la paghetta che tu usi per comprare gelati o figurine ecc.

Ma esattamente come fai tu quando raggiungi un bel gruzzoletto, cosi le persone che lavorano devono mettere i loro risparmi (cioè quello che resta dello stipendio dopo tasse e spese varie) in un poto “sicuro”: che non è piu sotto il materasso come faceva il nonno, ma in banca. Le banche comunque non sono dei mega salvadanai, custodiscono i nostri risparmi ma non li tengono chiusi in cassaforte, a loro volta li investono in diversi settori, o li danno ad altre persone sotto forma di mutui o prestiti, o alle aziende, chiedendo in cambio oltre alla restituzione della cifra, una somma aggiuntiva, cioè gli interessi.

Eccesso di domanda

Proprio i prestiti sono stati uno dei motivi per cui nel 2008 è scoppiata la grande crisi negli Stati Uniti moltissime persone hanno fatto richiesta di mutui alle banche per comprarsi le case e gli istituti di credito hanno concesso soldi anche a chi non aveva garanzie di poterli restituire (per esempio persone disoccupate o con un reddito inferiore alle rate dei mutui avuti). A loro volta poi le banche hanno ceduto questi prestiti su cui non avevano nessuna garanzia ad altre banche. Ma per colpa dei troppi crediti concessi alcune sono fallite e hanno innescato la crisi.

Contagio Mondiale

A differenza della grande crisi del 1929, che aveva coinvolto principalmente gli USA in questo caso la crisi si è diffusa rapidamente perché con la globalizzazione, tutti i paesi dipendono ormai uno dall’altro. Così, dopo le banche sono state colpite le borse, cioè i luoghi dove si comprano e vendono titoli e azioni, vale a dire pezzettini di proprietà di una azienda, che chiunque puo acquistare e che valgono piu o meno a seconda dello stato di salute dell’azienda. L’andamento della borse dipende molto dai mercati, in periodi di crisi le banche non concedono facilmente prestiti, nemmeno alle aziende, che quindi non possono finanziare i loro investimenti.

Le aziende quindi i titoli perdono così di valore e fanno calare gli indici , cioè l’andamento della borsa.

Dalle banche a tutti noi

Tutto questo appartiene però al mondo della grande finanza: perché allora la crisi ha colpito anche le famiglie?

Il crollo delle banche ha influenzato negativamente le grandi aziende, che non anno piu ricevuto prestiti per fare investimenti. Questo ha provocato perdite di soldi e licenziamenti, molta gente è rimasta senza lavoro e di conseguenza sono diminuite le entrate tributarie degli stati (le tasse) Ma gli stati continuano ad avere molte uscite (spese per stipendi, sanità, pensioni ecc ecc) e hanno visto aumentare a dismisura i loro debiti che non riescono piu a saldare: ha questo punto è subentrato il rischio di fallimento e la caduta di alcuni governi.

Rimedi

Quindi dobbiamo rassegnarci?

Non abbiamo armi davanti a questa crisi?

Le soluzioni esistono, anche se non è facile metterle in atto. Per prima cosa le banche dovrebbero riprendere a fare circolare il denaro, concedendo prestiti ad aziende e privati. Poi è necessario combattere l’evasione fiscale: se tutti pagassero le tasse, il bilancio dello stato potrebbe essere meno negativo e si potrebbero riprendere gli investimenti, anche la corruzione è un aspetto molto negativo ma la strada cè, ma non sarà una cosa semplice.

Da  Focus Junior

lunedì 19 novembre 2012

FORZA MELONI

Leggo che Giorgia Meloni si candida alle primarie per la destra. Io sono molto lontano da quel partito credo anzi che non sia nemmeno un partito, ma che sia una specie di fondazione dove un centinaio di capoccia hanno coperto un sacco di nefandezze e fatto girare nelle loro tasche cifre da capogiro,nostre, di seguito tutti i portaborse, leccapiedi, politici finiti e politi-cotti da svezzare siano scivolati volenti o nolenti in un vortice schifoso lungo 20 anni, appoggiato naturalmente, e questo non lo capirò mai, dalla maggioranza del popolo Italiano. Detto questo credo che la Meloni sia una donna seria e abbastanza fuori da tutto quello che è la PDL, lei viene da AN e li sembra che dio,patria e onore siano il programma principale.


Magari con una persona del genere a capo di questo partito potrebbe esserci anche un dialogo, ma avrà la forza e il seguito per staccare tutte le sanguisughe di cui ho parlato sopra? Fatto rimane che la maggioranza di malviventi dal colletto bianco sono di questo partito, la PDL, e ad oggi di tutti di tutti i danni fatti dagli scandali provati e trovati, di tutti i nomi di persone fisiche resi noti, non è stato reso agli Italiani nulla, ne finanziariamente e neppure eticamente.



Rudi Toselli

TRE CORDE

Cara Redazione



Ad un mio intervento che trattava della mancanza di interventi bancari Italiani,Europei e FMI per aiutare le aziende ad attraversare questa crisi su di un forum, un forumante ha scritto: bisogna che aspettiamo le elezioni in Germania, credo abbia ragione, ma questo mi preoccupa ulteriormente perché sottolinea la grossa infiltrazione politica nel mondo del credito. Magari negli altri paesi non è un grosso problema anche se eticamente parlando dovrebbero essere due mondi ben distinti, ma qui in Italia forse è il problema primario che viene anche prima di quello dell’evasione fiscale e del costo del lavoro.

Eccoli i tre punti che tengono immobili le imprese autoctone e che minano la fiducia delle imprese estere sul nostro territorio ed ecco anche i tre punti che risolverebbero tantissimi problemi.

Troppa politica nell’economia, troppa evasione fiscale e costo del lavoro troppo alto.

Mi sa tanto che se solo si volesse fare, sarebbe un attimo dissolvere questo nodo, ma qui il problema piu grosso sembra quello di con chi và Casini, ma che vada a casa sua, che qui di CASINI ne abbiamo a sufficienza.



Rudi Toselli


domenica 18 novembre 2012

Macchine da guerra

Buon giorno

si fatica anche a partorire una qualche riflessione da sottoporvi senza dover cadere nell’ovvio, ad esempio: come possiamo discutere di economia e di impresa se tutti i nostri politici riempiono le pagine dei quotidiani con zuffe su legge elettorale e primarie?

Da ambo le parti ci stanno ricascando tutti, si avvicina il momento dove o si tiene o si perde la poltrona e come per incanto sparisce tutto il resto, nascosto come un giocattolo che per ora ci ha stancato, sempre lì comunque da rispolverare alla prossima ondata di indignazione popolare, come se l’indignazione andasse e venisse tipo marea, peccato che questo moto ondoso non lo decide la luna ma le rotative e le redazioni dei telegiornali.

Qui nell’Italia che prende decisioni piccole o grandi, giusto o, speriamo di no, sbagliate, ma comunque decisioni che si portano nel proprio zaino (non divisibili equamente e “democraticamente con balzelli e accise) mi piacerebbe sapere se le nostre care banche nazionali, europee o FMI hanno intenzione di pensare seriamente alla spinta da dare al mondo del lavoro, se il governo, i sindacati e Confindustria stanno discutendo seriamente di competitività, produttività e costo del lavoro e in ultimo, ma non meno importante, se visto anche gli ultimi scontri con gli studenti, si stia pensando ad un dialogo serio e costruttivo fra mondo scolastico e mondo del lavoro dove istruzione, progettazione e produzione siano una cosa sola, una macchina da guerra, l’unica per risolvere questo maledetto e lunghissimo periodo di crisi.

Rudi Toselli


sabato 17 novembre 2012

PICCOLO SFOGO PERSONALE


Sono un piccolo imprenditore di provincia qui nella bassa Bolognese. La mia azienda opera nel settore carpenteria medio leggera, tagliamo lamiere con il laser, le pieghiamo, lavoriamo saldiamo ecc consegnando al cliente il prodotto finito con trattamenti termici o superficiali quali zincature o verniciature, facciamo anche piccoli assemblaggi, in somma la dinamicità non ci manca e dal 2008 siamo performanti più che un pokemoon di mio figlio.
Siamo in 12 io e mio padre esclusi e ci avvaliamo di una decina di fornitori esterni, siamo piccoli ma il movimento di materie è buono e da qualche mese si vede un leggero orizzonte, opaco e stretto certo, ma meglio del buio totale di poco tempo fa, visto lo spiraglio, vista l’acquisizione di nuovi clienti solventi e visto che il cuore dell’azienda cioè la macchina taglio laser ha più di dieci anni abbiamo optato per una macchina nuova, di nuova concezione, sempre laser ma a fibre ottiche, risparmi di energia, di gas nobili e meno immissione di polveri nell’ambiente, in somma un balzo avanti, come si dice: mentre purtroppo in molti si precipita noi in tanto tentiamo di costruirci le ali.
Eccomi al punto, naturalmente questa crisi ci ha gambizzato ma come ho detto prima i numeri si assestano. Questa macchina costa 350.000 euri e naturalmente ho chiesto a tre aziende di leasing, una di queste ci ha già finanziato il laser vecchio per piu o meno la stessa cifra e altre due macchine piegatrici per un valore di altri 150/200.000 non ricordo bene, comunque regolarmente finiti di saldare nel 2009/10, comunque sia il commercialista che lo stesso venditore del laser fibra mi hanno già disegnato un grigio futuro sulle mie richieste e questo è bastato a gettarmi nello sconforto, mi faccio mille domande e una fra queste è: perché tutti mi hanno chiesto chili di carta fra fax e presentazioni, alcuni il previsionale 2013, ci pensa? Il previsionale 2013, mi piacerebbe chiedere il loro, tutti si è parlato con telefoni e mail, ma nessuno che abbia detto vi veniamo a vedere, veniamo a conoscere questi uomini che vorrebbero investire in questo momento, veniamo a guardare negli occhi queste persone.
Io credo nella mia azienda, ma non credo che l’affare andrà in porto, si arenerà sulle “sofferenze” degli anni pregressi e questo è quanto. Triste vedere faccioni incravattati che parlano di pungulare, investimenti, coraggio, luce in fondo al tunnel, creazione di posti di lavoro ecc ecc . Molto triste e oltraggioso.
Dai speriamo bene.

mercoledì 14 novembre 2012

Diagniosi chiara, ma per pochi.

Oggi sulla rete sono apparse alcune foto di giovani caricati e pestati a sangue dai soliti celerini, che siano questi ragazzi rei di qualche misfatto o no non sta a mè deciderlo.
posso pero dire che un governo che permette questi scempi alla democrazia e alla liberta di manifestazione è un governo malato, un governo leggero e disattento alla temperatura del popolo, un popolo che a che ieri a dato grossi segni di stanchezza al punto che due ministri hanno dovuto battere in ritirata con l'elicottero.
ora la mia domanda e': che cosa aspettano che succeda ancora prima di riconoscere il mal di pancia sociale diffuso?