sabato 9 giugno 2012

IN ATTESA DI AUTOPSIA


Cari compagni
qui in attesa, fra una scossa e un’altra, c’è tempo anche per suicidarsi. Un uomo di 45/50 anni unico vicino di casa dei miei suoceri due giorni fa ha deciso che era ora di salutare tutto e tutti. Lo ha fatto in silenzio nella sua casa con un nodo scorsoio.
Naturalmente non so il motivo preciso, quello che so sicuramente è che stava perdendo il lavoro e che stava da giorni cercando di vendere terreno e casa lascatagli dai sui (coppia che a suo tempo era già finita sulle cronache, ma è un’altra storia). Di sicuro c’era anche la sua solitudine. Peccato non leggeremo mai, e questo lo sottolineo anche perché nel forum ci sono persone che giustamente “non” trovando riscontri sulla stampa hanno qualche dubbio, la triste fine di Paolo un saldatore specializzato e contadino part time.
Rudi Toselli

LA CORTESIA E IL RISPETTO


Cari compagni
le persone accolte nelle tendopoli sono sia modenesi che di altri paesi e naturalmente ci sono anche molti musulmani. Fino qui è tutto normale, poi arriva l’ora di pranzo e ragazzi e ragazze in piedi da ore iniziano a servire i pasti, in un caso: gramigna con salsiccia. Ecco allora che un piatto fatto per sbaglio o semplicemente perché c’era solo quello da mangiare (e non parlo di pane e cipolla arriva davanti ad una persona musulmana), scoppia il putiferio ed i volontari vengono accusati di averlo fatto apposta per sfregio.
Ora, a mio avviso le soluzioni sono due: o i musulmani si costruiscono campi per conto loro e mi sembra una cosa detestabile o più’ semplicemente gli stessi musulmani si organizzano e condividono le cucine con i nostri ragazzi cucinando i piatti che a loro più aggradano.
Qui la gente sta alzata la notte, qui ci si occupa di tutti allo stesso modo ma qui vige il rispetto reciproco e che questo deve essere chiaro a tutti.
Rudi Toselli

AVANTI COI CARRI


Cari compagni
Hostiaaaa… ieri mattina ero alla fresa, “vicino” a noi c’è l’aeroporto e ad un tratto ho sentito in lontananza l’ennesimo aereo che ci sorvolava, ma sembrava lontano ovattato (inutile dire che non era un aeromobile)… poi lo stomaco si è capovolto e in un attimo sembrava essere su di un pedalò in balia delle ondicelle, un attimo dopo i muri laterali del capannone sembravano un cartone animato e poi silenzio, i ragazzi e le ragazze in off sono usciti, poi sono uscito io ed è cominciata la corsa alla linea telefonica. Alcuni di loro vengono da Cento, Corporeno, i miei suoceri sono ad uno sputo da Cavezzo.
A casa tutto ok, in officina anche, poi mi chiama mia moglie e dice che non si sente sicura, quindi parto e alle 12,55 sono a Nonantola (MO). Hosstiiiaaaa di nuovo tutti che correvano in strada e quasi ne investo qualcuno… poi silenzio, arrivo a casa dai suoceri dove c’erano anche moglie e bimbo, di nuovo tutto ok, mio suocero era pallido come un cencio, Gianni tutto bene? Mi guarda e dice: Rudi aveva bele vest la mi cà salter zo… scuole chiuse Ipercoop idem tutti per strada i parchi di Modena come quando ero piccolo, cioè pieni di gruppi di gente e bambini che giocavano, mangiavano e parlavano assieme,
Qui in Emilia anche con le disgrazie in atto si finisce a giocare e mangiare, chissà per quanto durerà questa nostra positività e chissà se in qualche modo potremmo donarne un po’ a chi a perso tutto e soprattutto a chi ha perso i suoi cari.
Forza ragaz, che quel can maza l’ingrasa
Rudi Toselli

VIBRAZIONI


Cari compagni
ho il capannone nella bassa bolognese, guardo le penne tremare sulla scrivania da una settimana. abito a Modena dove venerdi hanno mandato fuori mio figlio e tutti i bimbi da scuola alle 15,30, ho messo sul comodino una matita in piedi per fare addormentare mio figlio tranquillo e la Samanta, una mia collaboratrice di Corpo Reno, è da sabato scorso che non dorme.
Qui in Emilia non eravamo pronti a questo sisma, qui ci aspettavamo piuttosto una esondazione del fiume Reno come nel 1966, invece è venuto il terremoto, 7 persone sono morte, decine di migliaia sono terrorizzate e la situazione economico finanziaria per la stragrande maggioranza di noi non è delle più rosee. Lo si sapeva gia che sarebbe toccato a noi ricostruire, esondazione o terremoto che fosse. Abbiamo avuto purtroppo decine di prove in tutta Italia della assenza dello Stato.
A mio avviso Monti poteva stare al G8 avrebbe prodotto di più ma è venuto a trovarci e non si è messo il casco da pompiere e nemmeno ci ha promesso file di casette (come quelle che già abbiamo fatte costruire dal Duce), Monti a fatto il suo dovere istituzionale ora tocca a noi dimostrare che la vita va avanti e come dice un cartello pubblicato su Facebook da “al maial ed frara”: Barcolliamo ma non molliamo.
Sul fatto quotidiano di oggi ho letto: Monti. il freddo del terremoto. Ma martedì 22 Mggio non era freddo, erano venute due gocce d’acqua e, anche se è vero che Monti avrebbe potuto ascoltare la signora Maria e poi fermarsi con mia nonna Bice di 94 anni o l’altra mia nonna Isora di 84 che oramai pensavano di averle già passate tutte qui nella nostra bassa, poi fermarsi in tutte le ARCIi e le ACLIi dove si ritrovano gli anziani e formano quelle che noi canzonandoli chiamiamo commissioni (sarebbero quei gruppi di vecchietti che ad ogni lavoro pubblico si fermano braccia dietro la schiena a commentare), ma è venuto anche il terremoto e non è certo colpa di Mario Monti.
Voi giornalisti potete fare qualcosa invece, smettere di propinare le stesse quattro foto di distruzione e cominciare ad essere propositivi, intervistare gente propositiva, venire a visitare le aziende che ancora lavorano approfittando proficuamente di questo momento dove i riflettori sono puntati su un polmone dell’Italia, polmone che se collassa, allora si che sono cavoli amari.
Rudi Toselli