domenica 30 ottobre 2011

COMUNE


Cari compagni
Il problema non è Renzi, non è nemmeno quel piccolo uomo ricco sfondato, il vero problema è la mancanza di regole e di serietà di chi gestisce la finanza, basterebbe dire che muore un bambino di fame ogni tre secondi, basterebbe dire che un conto corrente costa all'anno quasi come un parlamentare, ecc ecc, ma ha chi importa?
Sembra che l'ignoranza ci strizzi l'occhio e noi abbocchiamo come carpe, meglio stupidi e inchiappettati o forse sarebbe meglio unirsi, il popolo unito non ha bisogno di altro, il popolo può fare crollare questo marcio sistema, basta volerlo, basta dimenticare il personalismo che ci ha attanagliato, basta spegnere le televisioni, basta ritrovarsi nelle piazze o nei prati condominiali, riscoprire la gioia della condivisione e nel bene "comune", non dico di ritrovarsi la sera a parlare nelle stalle al caldo delle mucche (non mi dispiacerebbe), ma un minimo di interesse l'uno per gli altri credo che sia l'unica arma non detonante che ci sia rimasta.

Outlet

Mattinata da randagio a mantova. Preferirei lavorare e produrre pil

giovedì 27 ottobre 2011

FINE MESE



Ultimo del mese rincorsa all'ultimo "Cent" da fatturare, le banke debbono vedere il tuo miglioramento, il reating deve brillare, puoi essere onesto fino all'osso ma se il reating non risponde al calcolo del programma bancario sia alla stessa altezza di Calisto Tanzi, un truffafamigle di cacca, vado e corro, il partigiano non è piu sulle montegne è sceso nelle officine.

venerdì 21 ottobre 2011

IO FOLGORATO SULLA VIA DEL MURO





Dopo il crollo del muro di Berlino, nel 1989, una depressione devastante si impadronì dei miei pensieri, costringendomi per quasi due anni ad una sorta di assenza vegetativa. Certamente era un crollo della mia comunità di affetti ma anche delle idealizzazioni effimere che avevo costruito in quegli anni per rendere omaggio ad un ideale dell’Io in cui si alienavano la mia libertà e la mia creatività.
La delusione per il perduto orizzonte del progresso umano e il contatto costante con alcuni amici, che mi aprirono le porte al pensiero della crisi e alla cultura del pessimismo, mi fecero incontrare il mostro contro il quale avevo per tanti anni combattuto inutilmente: il nichilismo. Non il nichilismo dei filosofi, la critica della metafisica e l’alienazione originaria dell’Occidente di cui parla Emanuele Severino, ma il senso della vuotezza, una fascinazione del cupio dissolvi che attanagliava il mio corpo come una camicia di forza. Le alternative razionalizzanti alla fine del messianesimo mondano della rivoluzione proletaria non davano nessuna risposta, come non la davano i nuovi saperi emergenti, che attraverso lo studio della mente ripropongono l’evoluzionismo come unica spiegazione possibile delle metamorfosi della vita.
Ci sono molte cose convincenti nell’evoluzionismo, ma c’è un’obiezione dell’esistenza che si ribella alla doppia contingenza del nascere per caso e del vivere per funzionare come parti di un processo che, però, può fare anche a meno di te. Evoluzionismo, casualità e funzionalismo non consentono di attribuire alcun valore in sé a nessun evento della nostra esistenza quotidiana; tutto ciò che facciamo e siamo finisce per essere il mero risultato di una sequenza di fatti casuali e funzionali, senza alcuna dignità. Può sembrare paradossale, ma casualità e funzionalismo non sono contraddittori: il caso lascia accadere gli eventi nella loro successione lineare e la funzione li seleziona in vista della loro utilità nell’evoluzione successiva. Io non esisto prima perché sono una pura possibilità e non esisto dopo perché sono un mero supporto di una catena successiva. Il venire al mondo di un essere umano non ha nessun significato nella sequenza dell’evoluzione.
E non è tanto per rivendicare la mia illusoria libertà di decidere o il significato della mia volontà di esistere che mi rivolto contro l’evoluzionismo, ma per la ragione che non accetto, o meglio, che non riesco ad accettare di essere soltanto una particella insignificante del moto incessante della materia vivente.
In fondo, anche l’evoluzionismo è nichilista, poiché il nichilismo non riguarda la possibilità della metafisica o i rapporti che la ragione istituisce fra essere e divenire secondo uniformità calcolabili, ma la negazione del «valore» come segno di una irriducibilità o di un’eccedenza rispetto alla neurobiologia. Senza il «valore», e il soggetto che lo incarna, non si capisce neppure in virtù di che cosa siamo abilitati a pensare, a parlare e ad interrogarci. Ma il «chi è» che diviene consapevole dell’insignificanza cosmica non si lascia ridurre ad una pura increspatura della stessa insignificanza. Nichilismo, evoluzionismo e relativismo conducono tutti allo stesso risultato: la vita non vale niente, è un puro funzionale equivalente a qualsiasi altro fattore che si inserisca nella catena evolutiva ai fini della riproduzione della vita materiale.
Attraversando gli strati della mia esperienza, ripercorrendo le cose che ho fatto, gli amori e le passioni che ho vissuto, mi sono persuaso che la mia destinazione sia da sempre stata segnata dal profondo desiderio di sconfiggere le potenze che tendono all’annichilimento di ogni significato. Sembra naturale che, a questo punto della storia, si torni a riflettere sul tema che ha segnato le vicende dell’Occidente: il rapporto fra l’umano e il divino, poiché solo la presenza del divino nell’umano potrebbe gettare un ponte tra la nostra dolorosa finitezza e la gioiosa giostra delle galassie e delle stelle. L’ineludibile questione di Dio si è presentata, così, alla mia mente sotto l’aspetto apparentemente innocuo dei preti che ho incontrato e di uno in particolare che mi ha chiesto di cercare insieme, senza dare nulla per scontato. Certo, l’immagine di Dio può apparire un punto fermo nella precipitosa corsa nella quale giorno per giorno siamo coinvolti. Ho letto molti libri su come e perché gli esseri umani hanno pensato che la terra e il sole fossero creati da un dio onnipotente e onnisciente. Tutta la storia della nostra civiltà, a partire dalle tradizioni più antiche dell’Egitto e della Mesopotamia, testimonia come gli esseri umani abbiano immaginato di essere salvati dal pericolo della morte da un dio che, dall’alto del proprio trono, ogni tanto volgesse lo sguardo a ciò che accadeva sulla terra. Ma confesso che questo percorso fra storia e teologia mi restituisce una figura divina troppo metafisica per non apparire, come ha scritto di recente Lopez, una pura proiezione psicologica degli esseri umani.
Infatti, in questa visione del Dio onnipotente, l’umano e il divino rimangono due poli troppo distanti per consentirci di accettare il dolore e la sofferenza, le malattie e la morte, le stragi e i genocidi. La storia umana non può essere «salvata» – non nel senso di una redenzione ma nel senso della comprensione del significato di ciò che è accaduto e accade – senza che il divino innervi intimamente le vicende terrene degli uomini e delle donne in carne e ossa.
Ecco perché sono stato affettivamente colpito dal Vangelo di Gesù Cristo e dalla sua predicazione nella terra di Galilea. La nascita di Cristo è, infatti, una rottura epocale rispetto al tradizionale modo di vedere il rapporto fra Dio e mondo, fra divino e umano, una discontinuità assoluta rispetto a tutte le ipotesi di configurazione del Dio delle religioni. Il Verbo incarnato, l’essere Figlio dell’uomo e figlio di Dio, che assume i connotati di una persona fisica, in un tempo determinato, in un luogo preciso e assolutamente fuori anche dalla stessa attesa messianica delle scritture bibliche, è una rottura totale della continuità del tempo storico.
La nascita di Cristo, come evento impensabile e impensato nelle sue caratteristiche concrete, ci immerge in una temporalità che non è il flusso ordinato degli avvenimenti, ma una dimensione di contestualità di presenza e pienezza che, non a caso, dà origine a un nuovo calcolo dei giorni e degli anni. Cristo è come il punto zero che a lungo i matematici hanno cercato di rintracciare e che non può essere ricondotto allo schema dell’inizio e della fine. Eppure, questa trascendenza incarnata appare profondamente mischiata alla carne e al sangue dell’uomo. Solo questa contestualità può consentire di parlare di Cristo come Persona, poiché, come sostiene ancora Lopez, la Persona non è la segmentazione dell’Io e dell’Es, della natura e della cultura, ma la consapevolezza unitaria di una molteplicità che si integra nelle diverse parti umane e divine.
Quando mi capita di assistere alla proiezione dello straordinario film di Pasolini Il Vangelo secondo Matteo ho la sensazione che quella figura biancovestita pronunci frasi e parole che vanno oltre la filosofia greca e la sapienza orientale, per arrivare fin dentro al cuore delle persone, e non ci si può stupire più che quell’uomo sia Dio e che Dio sia un uomo.

DI PIETRO BARCELLONA 2010

DICO QUEL CHE PENSO E FACCIO CIO' CHE DICO

Cari compagni
"Dico quel che penso e faccio ciò che dico"era una frase che mi ripeteva sempre un obiettore di coscenza, sembrava una morulaccia nel contesto in cui me lo diceva invece con gli anni si è trasformata in una linea da seguire, è un peso e una misura per aiutarmi a capire chi ho attorno, non giudicare, ma capire a chi posso o chi no dare fiducia o dare mè stesso.
Io personalmente seguo questa linea, lo faccio al massimo delle mie potenzialità, non lo pretendo dagli altri perchè mi porterebbe via concentrazione e forza utili a mè stesso, essere coerente è quasi un secondo lavoro, basta accendere qualsiasi mezzo di informazio ed eccola minata, deviata.
Se l'Italia fosse coerente con la sua costituzione saremmo in queste condizioni?
non credo proprio.
Ripeto la mia non vuole essere una morale (sono l'ultimo) è solo un pensiero delle 6 di mattina di un Sabato 22 Ottobre, mentre spiano una Moca da 3 e ascolto il giornale radio..........

mercoledì 19 ottobre 2011

TUTTI UGUALI



Cari compagni



Poco più di un anno fà ero in piena crisi e piuttosto di non pagare i dipendenti ho preferito ritardare i pagamenti ad Equitalia, naturalmente mi hanno beccato subito e mi hanno messo sotto sequestro un conto corrente (visto il momento, secco). Immediatamente tutti gli istituti di credito "posso capirli" mi hanno tagliato chi piu e chi meno le gambe, io intanto ho rateizzato con Equitalia e sto pagando regolarmente, ma le banche sono ancora in triplo allarme e sinceramente in questo momento è il mio problema piu grosso, avendo da loro poca fiducia e quindi castelletti bassi, ho fatture ferme nei cassetti, con le conseguenze che non stò a spiegarvi.



Ora ho appreso che il tribunale ha sequestrato un conto corrente con 24.000.000 milioni di euro ad Unicredit per sospetta evasione fiscale.



SECONDO VOI AVRANNO LO STESSO TRATTAMENTO???????

martedì 18 ottobre 2011

IN KIUSURA


Cari compagni
Oggi il nostro caro pres del cons è stato scagionato dal processo Mediatrade dove sono rimasti indagati figli,parenti e lacchè tutti tranne lui, dalla felicità ci ha voluto informare che adesso alle 19 sarà ad un consiglio dei ministri per discutere su qualche piano per la crescita, ma non cè fretta (parole sue), intanto Maroni si mette avanti evocando leggine restrittive e preventive, grazie hai quattro coglioni Blek di sabato scorso, sicuramente la strada sarà tutta in discesa e addio manifestazioni......
Ha!!!!!! manifestazione, quella di sabato doveva smuovere i PADRONI del pianeta, invece le solite Moodi's o S&P oggi ci hanno declassato qualche decina di banche, bella roba per noi artigiani, bella roba per la crescita del paese e per tutte le famiglie, il99%.
Il lavoro và avanti e noi come solito ce la mettiamo tutta (ho il LASER vecchio e comincia a diventare un problema), abbiamo appena investito in un Software per gestire la contabilità e la produzione con codici barre, abbiamo portato la programmazione cad.cam a bordo macchina, in somma INVESTIAMO, noi ci crediamo.

lunedì 17 ottobre 2011

IN APERTURA

Cari compagni
Secondo il genio di Pansa il B.B tipo è : ragazzo dei centri sociali, piccolo anarchico insurezionalista, avanguardista di sinistra e vari appartenenti di celluline sinistroidi, cominciamo bene il 17/10.
Fortuna che ci soccorre la Cina rallentando la sua avanzata economica e perdendo per strada qualche punto di P.I.L.......
Bè è arrivato Cristian andiamo a spiegargli il suo lavoro e continuiamo il mio

APERTURA TRINCEA

Ore 4.46 Il "LASERONE" fa' le bizze...... Buon giioorno......

GIORNO 17OTT2011


Cari Compagni
Giornata furiosa le ore non bastano mai, lavori,corri,disegni,pensi, progetti investimenti e tutte le ore che avevi a disposizione sono svanite. Mi alzo alle 4,30/ e vengo a casa alle 18,30, tento di dare,anzi, do il meglio, squilla il telefono e sei in ritardo, risquilla ed è un cliente che vuole il 10% di sconto su di una fornitura che mi pagherà già a 120/150+10,Franco, Cristian,Luca, Mauro, Biccio,Daniele, Angela, Debora, Silvia, Monica tutti diamo il massimo e l'officina gira, il ferro e l'acciaio grazie alle nostre mani si trasforma in centinaia di oggetti che in un poi immediato, assemblate assieme daranno "vita" alle tecnologie che serviranno ad inbustare il tè oppure qualche cioccolatino, pacchi di acqua o latte o olio, serviranno ad assemblare attrezzi agricoli, carrelli elevatori, serviranno a creare denaro, PIL stipendi e ricchezza, se posso bestemmiare, per tutti i partecipanti alla festa.
Ma tutto ciò non basta, è poco, in somma nella filiera tra la miniera che estrae il ferro o il carbonio o l'alluminio, al consumatore che è poi il minatore o il carpentiere o il meccanico cè un ingranaggio sdentato, un pignone che grippa. E' un guasto individuato e dispendioso, è un guasto riparabile ma al TITOLARE và bene così, al TITOLARE non interessa l'emorragia di soldi che questa piccola particina causa e non gli interessa neanche la ben più grave usura che la stessa arreca a tutto il meccanismo.
QUESTO A MIO AVVISO è PERSEVERARE E SI SA, PERSEVERARE è DIABOLICO

domenica 16 ottobre 2011

17/10/2011



OGGI LA POLIZIA DI "STATO" DI MODENA HA CHIESTO A NOI ABITANTI EURO UNO PER FARE BENZINA ALLE VOLANTI.



IO SONO DI SINISTRA E IL MIO PRIMO COMMENTO/PENSIERO è ANDATO ALLA LORO DIGNITA' E ALLA NOSTRA SICUREZZA, O' LETTO QUELLI DI "ALTRI": MODENA E L'EMILIA SONO DA SEMPRE ROSSE.



METTO EURO UNO ANCHE PER QUESTI ULTIMI POVERACCI........

TRINCEA



Cari compagni



E' lunedi e siamo di nuovo qui in trincea alle prese con castelletti, pagamenti a 120/150 (con slittamenti), alle prese con macchinari "vecchi" che si rompono (8/10/3/18000 euri) a botta, alle prese con preventivi da disossare a chiedersi se un software per seguire l'officina ti può aiutare o afossare.



Siamo a guardare l'orizzonte con gli occhi di una talpa e a fiutare l'aria che tira con il naso di un cocainomane, un week hend pasato guardando politici imbecilli e violenti prevedibili, nulla sui veri problemi anzi ben vengano i B.B altro placebo contro la situazione Italiana.



Oggi mi aspetto (credo ancora a Babbo Natale) qualche dichiarazione di finanzieri o banchieri perchè sabato 82 paesi gli hanno detto basta, in qualche modo il popolo ha chiesto la sua sovranità.



IO ASPETTO.
DIO DEL ROCK PREGA PER NOI

INDIGNATI


Cari compagni
ieri 15 ottobre 2011 abbiamo assistito alla prima manifestazione globalizzata, 82 paesi nel mondo hanno vomitato la loro indignazione contro il potere finanziario e/o bancario sulle nostre nonvite, il tutto è stato oscurato da quattro cazzari in nero, cè una storia sui passamontagna neri, ma qui non siamo nel Chapas qui non si parla del comandante Marcos, qui si parla di centinaia di migliaia di uomini e donne stanche di essere strozzate, stanche di vivere sotto un potentato di pochi disonesti figli di un capitalismo malsano.
Al grido di: noi siamo il 99% e loro l'1% fiumi allegri e colorati di indignati hanno fatto sentire la loro voce, peccato che per ore ed ore si è parlato solo di disordini, il tutto è stato annebbiato è stato infettato, certo non è regime militare, non arriverà "lo spirito nero" che ci porterà al cospetto di Stalin, ma forse il regime televisivo è anche peggio.

AC/DC


La strada è lunga se vuoi fare rock' n' roll, si la strada è lunga se vuoi fare rock'n'roll, hei guarda mamma, guardami, sono sulla mia strada per la terra promessa

lunedì 10 ottobre 2011

MO PENSA TE'



LA CRISI DEGLI ASINI


Un uomo in giacca e cravatta è apparso un giorno in un villaggio
In piedi su una cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino che gli sarebbe stato offerto.

I contadini erano effettivamente un po' sorpresi, ma il prezzo era alto e quelli che accettarono tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come una pasqua.

L'uomo venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo tante persone gli vendettero i propri animali.

Il giorno seguente, offrì 300 € a quelli che non avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio.

Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successiva e se ne andò dal villaggio.

Il giorno dopo................., affidò al suo socio la mandria che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l'ordine di vendere le bestie 400 € l'una.

Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100 € la settimana successiva tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quattro volte il prezzo al quale li avevano venduti e, per far ciò, si indebitarono con la banca.

Come era prevedibile, i due uomini d'affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini senza valore e debiti fino a sopra i capelli.

Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti.
Il costo dell'asino era crollato. Gli animali furono sequestrati ed affittati ai loro precedenti proprietari dal banchiere.

Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune.

Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primo assessore).

Eppure quest'ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio ne quelli del Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti.
Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l'aiuto dei villaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia.

Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità ...
Venne innalzata l'età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassarono i salari e al contempo le tasse furono aumentate.
Dicevano che era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini.

Questa triste storia diventa più gustosa quando si scopre che il banchiere e i due truffatori sono fratelli e vivono insieme su un isola delle Bermuda, acquistata con il sudore della fronte.
Noi li chiamiamo fratelli Mercato.
Molto generosamente, hanno promesso di finanziare la campagna elettorale del sindaco uscente.
Questa storia non è finita perché non sappiamo cosa fecero gli abitanti del villaggio.