mercoledì 24 agosto 2011

SENZA PRETESE



.1) evasori impenitenti: sequestro di tutti i beni

2) Politici corrotti: ai lavori socialmente utili per sempre

3) due pres del consiglio 1dx e 1sx (da rivotare ogni 6mesi)

4) 50 onorevoli di dx e 50 onorevoli di sx (da rivotare ogni anno)

5) si vota una faccia, un nome e quello è (no listini o listoni)

6) stipendi adeguati alla produttività (tutti ma tutti i campi dal rè al minatore)

si potrebbe quasi mettere tutti come piccoli padroncini

7) alleggerimento delle strutture sanitarie dal personale in eccesso

8) scuole private autosufficenti o chiudono, prima la scuola pubblica (vale anche qui per i professori il discorso "produttività"

9) la Chiesa paghi le tasse come tutti e rivediamo i patti lateranensi, il Vaticano può andare dove meglio crede (a piedi e senza immobili)

10) associazioni aziendali sudivise per categorie e numero dipendenti, che discutano di un minimo prezzario da sottoporre al cliente (optional esclusi)

11) l'acqua è gratis, come l'aria.

12) Avvocati, decimare il numero degli iscritti all'albo, Notai, eliminare la loro figura (come in Inghilterra)

13) Chi sbaglia paga, le leggi ci sono e si interpretano in una maniera.

Tempo cinque anni e con i polmoni gonfi di ossigeno si parla di riforme e investimenti per il paese.

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venerdì 19 agosto 2011

Cara SX



Caro PD cara sinistra
Certo anche il politico è “un uomo” e sappiamo che il suo anche se dovrebbe essere molto di più, oggi, è solamente un lavoro, quindi marcato il cartellino d’uscita può nei limiti legali fare e andare dove gli pare. Sinceramente però vedere Veltroni gomito a gomito con Gasparri e Cicchitto mi ha dato il voltastomaco, messo poi tutto nel contesto con le altre foto e rimuginando sugli inciuci di cui sicuramente stavano discutendo alle spalle mie e di tutte le persone oneste, mi ha fatto proprio capire che io sono un deficiente, io ho creduto ai miei politici di riferimento per passione e per convinzione ma ora (un paio di anni) mi accorgo che è stata soprattutto la mia formazione ideologica mescolata alla mia non curanza e stanzialità a farmeli ingurgitare e col tempo anche a farmeli metabolizzare , piano ,piano mi sono conformizzato alla maggioranza e mi sono lasciato guidare dove non volevo.
La scintilla furono le primarie, io ero rimasto colpito dalla persona di Marino e sono ancora convito che sia un uomo in grado di ben amministrarci, però votai Bersani, brava persona anche questa ma non era la mia convinzione, ho votato lui e ho aiutato il partito ed i suoi dietro giochisti a spingere Marino nel dimenticatoio già preparato e confezionato a tavolino (se mai lo incontrerò di persona gli chiederò scusa di questa mia debolezza).
Non farò mai più un errore come questo, anzi da quel voto iniziai la mia piccola contestazione personale, inizia a non prendere più le cose per partito preso e ci fù un'altra lampadina rossa che sempre più o meno in quel periodo mi si accese in faccia bella luminosa, fu la nomina della Serracchiani al parlamento Europeo, una ragazza giovane e intelligente, una donna di sinistra che aveva ricevuto più consensi di Berlusconi (periodo di massima popolarità per lui) relegata a Strasburgo in quattro e quattro otto.
Ecco questi sono i motivi per cui da uomo di Sinistra contesto questa Sinistra che non è più ne carne ne pesce, si rivestono da democratici e non muovono un dito per la democrazia, basterebbe che si dimettessero tutti da camera e senato, il governo salterebbe e chissà magari anche le borse e i governi stranieri sarebbero più fiduciosi verso il popolo Italiano e la loro classe politica, invece anche in questo super momentaccio lasciano gli scranni strapagati vuoti e fanno orecchie da mercante al vero problema dell’Italia che sono loro stessi e tutta quella ruota di corruzione e nepotismo che complice il nostro silenzio hanno negli anni reso la normalità Italiana, ditemi chi mai vuole investire in un prodotto marcio?

Rudi Toselli

giovedì 18 agosto 2011

360 GRADI E OLTRE



Cari Compagni



Lo statuto dei lavoratori e la messa in sicurezza degli stessi e delle loro famiglie è sacrosanto, ma viviamo in un mondo assai diverso da quello di 40 anni fà quando vide la luce, ad esempio: si tiene conto dei "furbetti del tornio"?, sono parassiti illicenziabili che affossano le aziende ed i loro dipendenti (Alitalia insegna).
Pretendiamo giustamente chiarezza e coerenza dalla nostra classe dirigente, pretendiamo altrettanto giustamente che se un parlamentare scorge un assenteista o un “pianista” lo denunci, ma quanti in una azienda sono coerenti con ciò che chiedono?
Indigniamoci e ribelliamoci, certo è sacrosanto e doveroso a questo punto, ma facciamolo a 360gradi altrimenti siamo come quelli che “odiamo” e fra qualche anno tutto sarà uguale, cambieranno solo nomi e facce.

Rudi Toselli

martedì 16 agosto 2011

INDIGNIARSI è FACILE

Cari Compagni
Don Andrea Gallo si chiede e ci chiede da che parte vogliamo stare, vogliamo stare con gli oprssori o con gli oppressi?
La risposta è in ogni uno di noi e ogni uno di noi farà poi i conti con la sua coscenza, fatto stà che ora (almeno parlando di Italia) gli opressori si sono trasformati, erano i signiorotti i duchi, i padroni terrieri, i latifondisti, il duce. Tutti parassiti paranoici e vili che con fame, ignioranza, religione e paura, opprimevano il popolo. Oggi invece il popolo è sempre oppresso, sono cambiati i modi, si usano i soldi (virtuali), si usano le televisioni e soprattutto si usano gli iter burocratici, anche gli opressori in qualche modo sono cambiati, sono politici "da noi" eletti che poi appena seduti sullo scranno si trincerano nella loro elite, si incestano di favori fra di loro arrivando ad opprimerci con tasse, leggi igniobili e ingiuste per il 99% del popolo, ora ditemi siete opressori o oppressi?
Opto per la seconda e dico che mi sono frantumato i "gabasisi" di guardare questa mandria di Matrix succhiarci fino all'ultimo grammo di dignità, se le parole non vengono ascoltate e ne sono state dette e scritte fiumi, allora si muovano i "bastoni", chi ha detto che ribellarsi con qualche calcio nel sedere è essere terroristi?
Ci hanno inculcato nella testa che qualche schiaffone equivale a cattivo, da condannare, assassino, antiitaliano e anticostituzionale, ma la costituzione ripudia la guerra (inascoltata) mica ripudia qualche calcio nel culo o sbaglio?
Siamo tutti oramai passato l'indigniato, siamo allo stremo, al punto di non ritono, cosa aspettiamo ancora, vogliamo farci mettere alla fame o vogliamo mostrare chi veramente sono gli Italiani, quel popolo che quasi dasolo ha fatto un bel kulo a nazisti e fascisti nei propri confini.

IN PRINCIPIO E OLTRE


Cari compagni
DALLE PAROLE AL MONDO CREATO E ALLA SOCIETÀ. LA GENEALOGIA DEL POTERE SECONDO GLI ANTICHI ANTENATI MAYA

QUESTO DISCORSO, TENUTO DAL SUBCOMANDANTE MARCOS IN UNA RIUNIONE DI POPOLI INDIGENI, E’ STATO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO MESSICANO "LA JORNADA"(16/8/2005).
TITOLO ORIGINALE: “DE CÓMO COMENZÓ EL MUNDO”

Siccome è la riunione delle organizzazioni e dei popoli indigeni, parliamo un po’ così, a modo nostro, come siamo soliti fra indigeni, fra popoli indigeni. E un po’ è la storia che raccontano i nostri antenati maya, di come cominciò il mondo. Dicono, perché questo raccontano, che al principio non c’era nulla e il mondo comincia quando compare la parola. Ma non è che la parola compare così; la parola, dicono gli antichi, comincia a pensare se stessa dall’interno, a riflettere. Attraverso la parola, i primi dei, che formano il mondo, cominciano a consultarsi fra di loro, si parlano, si mettono d’accordo, riflettono. E allora, visto che sono tutti d’accordo, si riuniscono, riuniscono il loro pensiero ed è allora che prende avvio il mondo. Così comincia tutto, con la parola che si pensa dall’interno, cioè che si riflette nel cuore, che è specchio dell’interno, per guardare ciò che siamo. E subito dopo, è la parola che incontra la parola.
Non combatte la prima parola, non vuole dominare, non vuole vincere l’altra parola; perché la prima parola che esce incontra una parola che è come una sorella, perché è uguale anche se differente. Ossia, ha la stessa radice, ma è ramo o foglia dell’albero del mondo. Ossia, la prima parola non era sola, ma c’era un’altra parola, e secondo questo pensiero, che è quello dei nostri antichi maya, il mondo comincia a nascere quando questa prima parola e questa altra parola si incontrano e non si litigano, si incontrano e si accordano per rispettarsi fra di loro e si parlano e si ascoltano.
Perciò c’è accordo, perché la parola prima non nasce sola: ha l’udito e con l’udito, ascoltando, è il modo in cui cominciano a crescere le prime parole perché trovano l’accordo, e le prime parole che si sono incontrate si sono messe d’accordo, e per prima cosa hanno pensato il mondo e poi lo hanno fatto. Cioè, non è che di per sé, essendo parole, si sono messe a fare subito il mondo, con i fiumi, le montagne, gli animali, la notte, il giorno, il sole, la luna e il mais, gli uomini e le donne, ma le prime parole prima hanno pensato il mondo e subito dopo lo hanno fatto.
Dopo, però, salta su qualcuno che dice che è migliore degli altri e vuole comandare, vuole avere di più e meglio degli altri, e allora quello che vuole comandare di più ruba agli altri, gli toglie con la forza quello che hanno; quello che si dice, li spoglia, gli toglie quello che possiedono. E dopo anche li domina e domina il loro lavoro, li spoglia di quello che producono, come si dice, li sfrutta. Così nacque chi ha di più e meglio. Non nacque perché sì e basta, ma a causa del furto e dello sfruttamento; e qui cominciò il problema, perché così come uscì fuori chi vuole dominare e domina, uscì fuori anche chi non si lascia dominare. E allora la storia del mondo è la storia di questa lotta fra quelli che vogliono dominare per imporre la loro parola e il loro modo, sottraendo ricchezze agli altri, e quelli che non si lasciano dominare, che si ribellano.
E quelli che si ribellano, che si chiamano ribelli, non è che vogliono essere quelli che dominano, ma vogliono che tutti siano pari, senza che ci sia chi ha di più e chi di meno. Senza che ci sia chi ha di più perché ruba e sfrutta e chi non ha perché è stato derubato e sfruttato. Vogliono, questi ribelli, che si sia tutti rami e foglie dell’albero del mondo, ognuno al proprio posto e al proprio modo.
Così raccontano i nostri antenati maya, gli indigeni maya, che per primi popolarono queste terre. E questo modo di cominciare del mondo lo hanno trasmesso ai loro figli e figlie e nipoti, da un tempo all’altro, da una generazione all’altra, ed è rimasto fra gli indigeni che hanno vari nomi e che hanno la loro casa nello Yucatán e in Guatemala, Campeche, Tabasco, Quintana Roo e qui, in questo nostro Stato che è il Chiapas. Ecco com’è successo che è rimasto a noi questo modo, e quindi anche noi, gli zapatisti, o neozapatisti, come ci chiamano, abbiamo questo modo: che prima pensiamo da dentro il mondo quello che bisogna fare e poi ne traiamo la parola e cerchiamo altre parole sorelle e vediamo se c’è accordo parlando e ascoltando, e così la parola si va facendo grande e anche il mondo che pensiamo si va facendo grande. Però non ci è toccato l’inizio del mondo, ma ci è toccato il momento in cui già c’è chi spoglia e sfrutta e chi si ribella e vuole la liberazione, e allora scegliamo di stare dalla parte di quelli che lottano per la libertà, dalla parte di quelli che sono dominati, derubati, sfruttati.
Dunque questa è la storia, già la conoscono i compagni e le compagne delle organizzazioni indigene perché da un pezzo camminiamo con loro. E insieme abbiamo visto che bisogna unirsi e trovare accordo, e così è nato quello che si chiama il Congresso Nazionale Indigeno. E si sono fatti accordi e marce e mobilitazioni, ma quelli che comandano e dominano non hanno voluto riconoscere la nostra parola di come siamo. Allora ognuno è tornato a pensare e sono nate nuove lotte per porre il nostro modo, anche se non lo riconoscono le leggi dei ricchi, e perciò speriamo che conversino un po’ con noi i fratelli e le sorelle che vengono da altre parti, da altri popoli indigeni e da altre organizzazioni indigene.
Queste parole del Subcomandante Marcos aggiunte ad un altra sua frase: Cammina chiedendo. Dovrebbero continuare ad accompagnarci sempre.