sabato 26 settembre 2009


Oggi mentre passeggiavo in bici con mio figlio in centro nella mia città mi sono imbattuto in due banchetti propagandistici, uno di fascisti (c’erano tre ragazzi con jeans e una maglietta nera con stampato il tricolore sul cuore che “facevano paura”), quell’altro di comunisti, molto più frizzante colorato e festaiolo, mentre arrivavi ti trasmetteva allegria, mi sono fermato ho fatto quattro chiacchiere con un ragazzo e una ragazza che mi anno venduto una copia di “falce e martello” e mentre parlavo con loro mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo, anche un cartello al loro fianco testimoniava questa “arretratezza” sul cartello in rosso c’era scritto: le fabbriche agli operai!
Questo modo di vedere le cose mi ha un po’ rattristato perché vuol dire che la storia non insegna a tutti, certe persone rimangono cieche e paralizzate nei sui pensieri, preferirei chiamarli sognatori ma guardando i paesi sovietici che tanto amo anche io e vedendo cosa è successo lasciando le fabbriche agli operai non posso, posso però credere che sia un modo dove rifugiarsi dalle paure che questi infausti momenti di crisi e di insicurezza si insinuano in tutti noi.
Questi luridi momenti però ci debbono insegnare a ragionare in avanti, in dietro abbiamo già visto, lo diceva anche il chè : indietro mai neanche per prendere la rincorsa. Gli operai e gli imprenditori debbono convivere e questo si può fare solo mettendosi a nudo l’uno davanti all’altro, perché per ogni imprenditore sfruttatore c’è un operaio fancazzista, per ogni padrone onesto esiste un bravo operaio ecc, ciò che rimane da mettere veramente a posto è il lato economico e questo è un problema da affrontare tutti assieme, perché i poteri forti esistono, quindi bisogna organizzarsi e lottare tutti assieme.

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